“Che tipo di New York c’è lì?”,
chiede il giornalista.
E io rido, perché non c’è una sola New York.
Almeno per me.
Penso che il giornalista sia un coglione.
New York è la mia personale idea di possibilità.
Ma non quella della morte.
Quella no.
C’è uno spazio illimitato
fatto di strade ciclabili e fiume
aerei che sorvolano
elicotteri che proteggono
e gente che corre.
C’è un meraviglioso tramonto
lungo l’Hudson.
C’è un percorso percorribile
facile e felice.
Ci sono mille strade
per una pedalata mai fatta
ma fattibile.
Sempre.
E poi c’è chi odia il sole
il tramonto anche se bello, bellissimo
me, te e tutto il mondo.
Una telefonata concitata di chi sa
che sei tornato
ma non abbandona
l’idea possibile
che tu sia morto.
Morto acciaccato
per sbaglio
per vacanza
per folle volontà.
Senza un perché.
Continua a coltivare la tua idea di America, di New York. Le radici affondano nelle coscienze, anche in quelle piu’ atrofizzate dall’odio e refrattari, e l’albero della liberta’ svettera’ sulla palude prosciugato dai seminatore di morte.
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