Il tennis è come la vita.
Mi piace.
Non capisco come si contano i punti
personale problema con la logica della matematica,
ma mi piace veder giocare.
La palla è veloce,
l’impeto con cui colpisci
a volte è ponderato
a volte contenuto.
Sudi, ti disperi,
accumuli tic, sconfitte
e grandi soddisfazioni
in un lasso di tempo relativamente breve.
Qualcuno ti guarda, sempre
e ti giudica.
Sei il migliore, il più virtuoso.
E vinci,
e perdi,
divieni il peggiore,
virtuoso senza più virtù.
Sbatti le ciglia e un’opportunità rimbalza,
lontano.
Mi piace il tennis
perché sei solo.
Solo come la palla, scelta fra tante,
come la racchetta, che cambi, ma sempre una resta,
come l’unica possibilità di gioco che scegli fra mille e più che hai.
Ma ne giochi solo una.
E quando la giochi bene vorresti non finisse mai.
Guardando Nadal e Federer Wimbledon 2019