Mi sono addormentata per dormire .
Ma non ho dormito.
Ho pensato,
ho pensato che ero viva.
Assonnata ma viva. E ho ricordato che il dolore , il fastidio, l’incapacità di comprendere , deriva da questo.
Io ho sonno e voglio dormire.
Un morto no.
Vuole solo essere morto, e lasciato in pace.
Ci hanno insegnato che dormono, i morti. Gli abbiamo costruito letti di seta, con guanciali perfetti, anti riga sulla faccia per quando si sveglieranno, cioè mai. Li abbiamo messi in letti costruiti, pensati, nella posizione ultima in cui li avremmo voluti vedere . Noi.
Ma non funziona così . Almeno non nella mia mente.
Voglio un morto poco prima. Perché il poco prima è vita.
Lo voglio con la mano che brancola a cercare il campanello per chiamare l’infermiere.
Lo voglio che guida, prima di schiantarsi.
O che si strugge prima di impiccarsi.
Lo voglio che sogna una vita meravigliosa per sua figlia, ma la placenta si stacca troppo presto . Voglio un’ultima immagine vera, che faccia male. Che mi distolga dal sonno. Voglio la verità delle cose non prefabbricate.
Voglio l’incertezza di quando non prendi l’ombrello anche se forse pioverà . Perché se pioverà danzerai sotto la pioggia .
Voglio una bara dinamica ,
dove poter dormire a volte da vivo,
per svegliarmi spesso sentendomi morto .