Siamo chi siamo con pochi altri attori da impersonare , se la vita è magnanima. Possiamo cambiare idea, farci migliori, in tempi peggiori .
Ma restiamo ciò che siamo, che eravamo prima del cosa. Prima di quel che ci chiedeva cosa eravamo.
E se eravamo miseri, dolorosamente, cercheremo di difendere il genere, se è quello a cui scegliamo di appartenere, anche ora.
Se eravamo forti e impavidi cercheremo di reclutare senza indagare.
Se eravamo incerti, ascolteremo, senza speranza di plauso.
Se eravamo mediocri lo resteremo, ma sputando sui miseri e schernendo i forti che recluteranno gli incerti per un futuro migliore .
Dici che è difficile cambiare, che alla fine tutto tornerà apparentemente diverso ma eguale perché non sono cambiati dentro la commedia né le parti né gli attori. E questo che dici è verosimile e non contiene felicità nuove. Mi spiace che ciò accada. Resta la scelta di ognuno se dare spazio nuovo o meno all’altro che è in lui.
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