Una penna dalla punta fine mi ricorda
che si può scrivere e dire i pensieri
in tanti modi.
Diversi.
Scorre veloce, quasi senza pensare.
Io penso alle mani.
Quelle che scrivono, gesticolano, accarezzano.
Mani chiuse a pugno, per afferrare la vita.
O aperte, serene, per renderla.
Cosi mi hanno spiegato un giorno, bellissimo.
Le mie sono nervose, ci sto lavorando.
Ma le tue non le dimentico;
una vena blu
a crocevia fra il medio e l’anulare,
le unghie curate,
a volte no.
Basta spingere la penna sul foglio
con una sola mano
e tutto cambia .
Il detto, pensato, immaginato,
scritto e non.
Mi manchi e altro non so.
Il particolare che è l’orlo dell’assenza. Ciò che manca è che si sente, mancherà. Scrivi più spesso, è bello leggerti
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Proprio vero. Grazie.
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