Il cervello ci vuole bene.
Dimentica.
Il mio è un amante perfetto.
Gli porti una giornata di sole, quattro sprazzi di estate o due foglie gialle oro dell’autunno .
E scorda.
Ti voglio bene cervello mio. Perché il fegato è più stronzo, non dimentica. Manco il polmone. Te la fa pagare prima o poi .
Tu invece cervello fai una sorta di tuffo triplo carpiato, ti immergi , l’acqua spruzza , riemergi e te ne freghi degli applausi . Custodisci un ricordo, lo rielabori, lo trasformi in sogno talvolta e se è un incubo, sai che finisce.
E lasci comunque il piacere sottile dell’inverosimile, del non è accaduto.
Due anni di tribolazioni cervello mio, puff. Spariti.
Due anni di “ho fatto qualcosa di male per meritare questo” . Puff.
Guardo un film che sa di covid, racconta ridendo della pandemia. E rido anche io. Ridiamo insieme io e te. Perché siamo passati attraverso .
Dico sempre che ce ne vorrebbero due di cervelli.
Per rendere perfettibile il perfetto.
È una meravigliosa mossa del cavallo, un vedere dove c’era una muro, delle crepe e tracce di vernice che nascondevano una macchina funzionante. Mi hai aperto gli occhi, hai ragione e un cervello che parla a un cervello non è un ossimoro ma un cerchio perfetto di qualità che si alimentano. Grazie non avevo mai visto le cose sotto questo aspetto.
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Grazie e grazie a te
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Il cervello non dimentica, e’come un bravo pasticcere impasta e rimpasta i ricordi fino a sfornare deliziose illusioni e dolcissimi sogni
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